Luigi De Biase

Profondo russo

Anche la città georgiana di Zugdidi, dopo Poti e Gori, è stata bombardata dall'aviazione russa. Mosca ha chiesto alle Nazioni Unite di ritirare gli osservatori dall'Abkhazia, l'altra regione separatista, insieme all'Ossezia del sud, che ha il sostegno del Cremlino. Le fregate della marina russa hanno preso posizione nel mar Nero e impediscono l'ingresso dei cargo nei porti georgiani. Il governo dell'Ucraina ha minacciato Mosca di non permettere il rientro delle navi da guerra russe nella base militare di Sebastopoli, in Crimea. L'Azerbaijan ha interrotto il flusso di petrolio diretto in Georgia attreverso l'oleodotto Baku-Supsa. Il ministro degli Esteri francese Kouchner è arrivato a Tbilisi per tentare la mediazione. Secondo il segretario del Consiglio di sicurezza georgiano, Alexander Lomaia, "ci sono soltanto due alternative per costringere la Russia a fermare l'aggressione: dispiegare un significativo aiuto militare dell'occidente non per combattere, ma come deterrente; oppure avere in Georgia una forta presenza di diplomatici internazionali per qualche giorno". Tbilisi ha chiesto agli alleati dell'occidente aiuto politico ma non militare. Lomaia, rispondendo a una domanda del Foglio, ha detto che in Georgia c'è già "un certo numero di marine americani, di istruttori militari la cui attività non ha nulla a che fare con gli scontri in corso". Leggi qui un articolo del Foglio del 18 luglio in cui si anticipava l'intervento russo in Georgia.

Luigi De Biase